Il mio Oriente

Il mio primo incontro con l’Oriente è stato quasi casuale.

Ero sentimentalmente sola circondata da amiche in coppia e non sapevo dove trascorrere le ferie estive. Negli anni precedenti, stesse condizioni, avevo rotto il ghiaccio ed avevo iniziato a viaggiare sola. Era troppa la mia voglia di andare a scoprire il mondo per farmi fermare dal non avere compagnia. Avevo giocato facile scegliendo mete europee, prima l’Andalusia, poi Portogallo ed ancora la Spagna, ma mi ero messa comunque alla prova. Avevo prenotato sempre solo le prime due notti d’albergo ed un’auto a noleggio. E poi avevo macinato chilometri  guidando in lungo ed in largo attraverso due paesi bellissimi.
Non mancarono i momenti di sconforto, ma relativi solo a questioni pratiche. Mai mi sentii sola ed, anzi, scoprii una dimensione del viaggio che mi piacque molto perché essere soli vuol dire osservare e notare tutto, significa accorgersi dei rumori e sentire davvero il silenzio. E vuol dire imparare a conoscersi profondamente.
Dopo 4 anni di vacanze principalmente in solitaria, mi sentii pronta a spingermi un po’ più in là e ad avventurarmi in un viaggio lontano. Mentre ero già stata due volte ad Ovest fra Caraibi e Sud America, non ero mai stata ad Oriente. Entrai, come sempre, dopo il lavoro, nella stessa libreria aperta anche di sera a Bologna, dove erano nate tutte le idee dei miei viaggi. Era mia abitudine rimanere ore davanti allo scaffale delle guide turistiche sfogliandole e sognando nuove mete e stessa cosa feci quella sera. La scelta andò ad un paese di cui sapevo poco e nulla, ma che era uno dei pochi ad avere il periodo climatico perfetto proprio ad agosto, unico periodo in cui potevo avere 3 settimane di ferie: l’Indonesia. Dopo aver divorato la guida decisi per due isole profondamente diverse: Java, poco turistica ma grande e varia e Bali, meta più blasonata ma, a detta di tutti, affascinante. Un viaggio itinerante zaino in spalla. Allora non sapevo nemmeno l’inglese, studiato solo in un corso serale che mi aveva lasciato ben poco, ma come sempre la voglia di conoscere superò i miei timori.

Non potrò mai dimenticare la prima passeggiata a Yogyakarta ed il sospiro di sollievo che feci per non aver scelto di fermarmi a Jakarta che sarebbe stata ancora più caotica. Il mio primo impatto con l’Oriente fu infatti di terrore. Mi trovai catapultata in una metropoli calda e umida, piena di macchine e motorini che sfrecciavano ovunque. Rumore di clacson e di persone che parlavano a voce alta e che mi chiamavano da ogni direzione. Guidatori della versione locale del risciò che mi strattonavano per propormi di portarmi ovunque. In una lingua incomprensibile con in mezzo qualche parola  di inglese storpiato. La prima reazione fu di tornare sui miei passi per trovarmi di nuovo nel comfort dell’albergo chiedendomi come poteva essermi saltato in mente di fare quel viaggio. Invece poi strinsi ancora di più la borsa a me ed iniziai a camminare veloce verso il Palazzo del Sultano.
Proprio lì dentro ci fu la mia iniziazione con un Oriente diverso, che mise dentro di me un seme di passione che avrebbe germogliato in quello stesso viaggio e sarebbe cresciuto come una pianta vigorosa insieme al mio amore per l’Oriente negli anni a seguire.

Non avrei mai immaginato che da lì avrei viaggiato per diletto sempre verso Est e che il destino mi avrebbe portato a viverci per 5 anni fra Cina prima e Thailandia ora.
Varcando la soglia del Palazzo del Sultano, mi trovai catapultata nell’Oriente del silenzio e dei rituali antichi sempre uguali nonostante l’avvento dell’era moderna. Vedere gli uomini in sarong, il tipico pareo javanese maschile e femminile, fermarmi ad ascoltare i suonatori tradizionali dell’orchestra “gamelan” , vedere le donne minute come bambine e avvolte nei loro pareo in tessuto batik dai colori vivaci ed oro, tutto ciò mi portò in un mondo così diverso da quello che avevo conosciuto fino ad allora che non poteva non affascinarmi profondamente.
In quel primo viaggio ci furono tutti gli elementi che mi avrebbero fatto appassionare ed avrei ricercato dopo. Negli anni a seguire ho avuto la fortuna di viaggiare molto in questo Est ed oggi voglio fissare qui alcuni dei  momenti più memorabili in queste terre d’Oriente. Non tutti quelli che abitano il mio cuore perché sarebbero troppi, ma quelli che mi vengono in mente subito quando penso a questi ultimi anni.

Per quanto bellissime, non sono le spiagge e le isole che rimarranno indelebili nel mio cuore. Rimarranno di più altri luoghi dalla natura straordinaria.

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Valle di jiuzhaigou in Sichuan

Ricorderò per sempre la mia prima alba in Oriente sull’isola di Java. Io in cammino con una piccola torcia dietro alla mia guida che cammina veloce al buio ripercorrendo passi ormai conosciuti. Attorno a noi solo il buio completo, un cielo pieno di stelle ed il canto dei muezzin che ci accompagna. L’arrivo alla vetta senza mai parlare e sotto di noi l’alba che nasce intorno  al Vulcano Dieng. Un momento prezioso di riflessione che mi ha fatto capire tante cose di me. E proprio lì su quello strato di nuvole sentii che per quel ragazzo conosciuto poco prima di partire sentivo qualcosa di diverso ed importante. Due anni dopo sarebbe diventato mio marito.

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Alba al vulcano Dieng

Rimarranno anche luoghi naturali già bellissimi impreziositi dall’opera dell’uomo. In modo straordinario come alla Grande Muraglia Cinese o semplicemente come nelle coltivazioni di tè a Java.

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La Muraglia Cinese

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Coltivazioni del tè a Java

Rimarranno i tanti templi bellissimi in luoghi magici. Il tramonto al Tempio di Borobudur, uno dei templi più affascinanti che io abbia mai visto e la splendida architettura di Angkor Wat. Lo stupore provato alla Golden Rock in bilico sulla montagna.

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Tempio ad Angkor Wat

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Golden Rock in Myanmar

E tutti i rituali tradizionali che contribuiscono a rendere i luoghi religiosi orientali così pieni di fascino e misticismo.

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Iniziazione dei monaci in Myanmar

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Monaci bambini ad Angkor Wat

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Donne che portano le offerte ai templi a Bali

Rimarrà il fascino delle piccole azioni quotidiane dell’uomo che riportano indietro nel tempo.

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Peso del pesce in Myanmar

E l’esplosione dei colori ed odori dei mercati che non sono mai mancati nei miei itinerari in Oriente e dove, oggi che ci vivo, mi piace fare la spesa  nel mio quotidiano.

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Mercato thailandese

E rimarranno anche le grandi metropoli. Io che non ero mai stata tentata dal visitare Londra o New York, ho imparato a subire il fascino anche dei luoghi dove convivono perfettamente la voglia di primeggiare di queste nazioni emergenti con opere architettoniche straordinarie ed il fascino della tradizione e della cultura. Ogni metropoli con il quartiere avveniristico insieme a Little India e Chinatown.

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La Singapore futuristica

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Bimba di origine indiana alle Batu Caves in Malesia

E, dove ancora è rimasta, perché purtroppo il benessere non porta solo lati positivi, resterà nei mie ricordi la capacità di sorridere delle persone che vivono una vita semplice scandita dai ritmi del sole e dalla natura. Impegnati a  guadagnare quel poco che serve a nutrire i propri figli e che non negano mai un sorriso a te ed una carezza ai tuoi bambini.

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Venditrice di frutta in Vietnam

Questa è solo una parte dell’Oriente che ho conosciuto ed avuto la fortuna di vivere e amare e che rimarrà sempre scolpito nella mia mente e nel mio cuore.

Federica, Thailandia

16 pensieri su “Il mio Oriente

  1. Accidenti Federica, sono senza parole. Uno dei miei più grandi rimpianti è non aver viaggiato di più da sola e ti ammiro molto per aver scelto facendolo anche destinazioni poco mainstream. Le tue foto poi mi mettono sempre addosso una gran voglia di zaino in spalla, e mi trovo a chiedermi se magari farò in tarda età quel che mi son persa da ragazza…

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    • Io ho fatto i figli un po’ tardino, ma effettivamente prima ho cercato di sfogarmi nei viaggi. Peccato che ho potuto farlo solo dopo aver iniziato a guadagnare! Non ti nascondo che, nonostante questo e nonostante nel limite del possibile io abbia continuato a viaggiare anche con i bimbi, spero anch’io che ritorni un tempo per questi viaggi avventurosi! Perché mai limitare i nostri sogni!!

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  2. Federica! Che post bellissimo, sono in ufficio con gli occhi a cuore. Mi piace tutto, sia lo scoprire dei tuoi viaggi solitari sia la narrazione dell’oriente, tra l’altro sono qui che mi chiedo com’e’ che non ci sono ancora stata, e che devo recuperare subito. un abbraccio!

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  3. Bellissimi posti! Mi manca l’Oriente, sono stata solo di passaggio ad Hong Kong ma non ho mai avuto la possibilità di visitare o di vivere in questi luoghi! Spero che presto si presenti l’occasione! Intanto grazie per le descrizioni accurate! 😉

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  4. Bellissimo il racconto della tua vita avventurosa e romantica (anche se solo accennata), condita dalle tue tante emozioni che sai trasmettere con grazia. Traspare un senso di appagamento e non noto nostalgia per cio’ che hai lasciato in Occidente. Un abbraccio

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  5. Che bel post! e che bellissime fotografie!! a me la curiosità per l’Oriente è venuta ultimamente, spero di andarci presto…sono stata in Giappone, ma quello è un po’ diverso da Cina, Thailandia e Vietnam.

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  6. La mia prima volta in oriente è stato in Nepal. E non ho più smesso di volerci. Le foto e la descrizione che hai postato mi hanno regalato ricordi e sorrisi. Adesso sono in Texas e l’est è un po’ più lontano di prima, ma non vedi l’ora di riuscirci a tornare!

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